
Sempre più forte, è in me la convinzione che 'i napoletani' dovrebbero emigrare, vivere lontano, minimo a 1000 km a nord dell'Italia.
5 anni potrebbe essere un periodo ragionevolmente lungo.
Solo dopo questo periodo di 'stage' potrebbero esprimere commenti sulla loro città.
Farsi il viaggetto vacanza non basta, perchè si è solo spettatori di una cultura, nulla più.
Dovrebbero vivere lontano dai loro agi,
5 anni potrebbe essere un periodo ragionevolmente lungo.
Solo dopo questo periodo di 'stage' potrebbero esprimere commenti sulla loro città.
Farsi il viaggetto vacanza non basta, perchè si è solo spettatori di una cultura, nulla più.
Dovrebbero vivere lontano dai loro agi,
lontani dal cielo blu,
lontano dall'inverno napoletano le cui temperature non scendono sotto i 12 gradi.
Lontano dal pesce fresco e dai forni che sfornano pane caldo fatto con ingredienti genuini ben 2 volte la giorno, con il profumo che si avverte dalla strada.
Lontano da Napoli e provincia dove i negozi sono aperti fino alle 20,30 e fino alle 21,00 in estate; ed è possibile mangiare al ristorante a qualsiasi ora del giorno e cenare fino a mezzanotte tutto l'anno.
Lontano da una città dove c'è il delinquente scippatore, ma per la legge del contrappasso ci sono tantissime persone pronte a darti un'informazione o a farti strada per un pezzo (se proprio non hai capito dove si trova).
I napoletani danno per scontate tantissimi cose perchè le hanno sotto il naso, da quando vengono al mondo e per questo sono convinti che tutti siano come loro.
Sono convinti che fuori dalla loro regione troveranno le stesse persone ma , che le città dove vivranno gli offriranno maggiori vantaggi.
lontano dall'inverno napoletano le cui temperature non scendono sotto i 12 gradi.
Lontano dal pesce fresco e dai forni che sfornano pane caldo fatto con ingredienti genuini ben 2 volte la giorno, con il profumo che si avverte dalla strada.
Lontano da Napoli e provincia dove i negozi sono aperti fino alle 20,30 e fino alle 21,00 in estate; ed è possibile mangiare al ristorante a qualsiasi ora del giorno e cenare fino a mezzanotte tutto l'anno.
Lontano da una città dove c'è il delinquente scippatore, ma per la legge del contrappasso ci sono tantissime persone pronte a darti un'informazione o a farti strada per un pezzo (se proprio non hai capito dove si trova).
I napoletani danno per scontate tantissimi cose perchè le hanno sotto il naso, da quando vengono al mondo e per questo sono convinti che tutti siano come loro.
Sono convinti che fuori dalla loro regione troveranno le stesse persone ma , che le città dove vivranno gli offriranno maggiori vantaggi.
Proprio l'altra sera ho incontrato un vecchio compagno di scuola.
Non lo vedevo da anni. Abbiamo parlato del più e del meno e com'è consuetudine è arrivata la frase più gettonata dai napoletani:"me ne vorrei andare via da questa città" ...voglio portare via la mia famiglia da questo schifo di città, avevo avuto l'occasione di trasferirmi a Roma,qualche tempo fa, ma, non me la sono sentita, è una città troppo grande, non è a misura d'uomo, forse dovrei trovare un paesino del nord d'Italia, un posto tranquillo,
Non lo vedevo da anni. Abbiamo parlato del più e del meno e com'è consuetudine è arrivata la frase più gettonata dai napoletani:"me ne vorrei andare via da questa città" ...voglio portare via la mia famiglia da questo schifo di città, avevo avuto l'occasione di trasferirmi a Roma,qualche tempo fa, ma, non me la sono sentita, è una città troppo grande, non è a misura d'uomo, forse dovrei trovare un paesino del nord d'Italia, un posto tranquillo,
dove ad esempio la sera se ti va puoi andare ad un bar per bere una cosa e scambiare due chiacchiere con la gente del posto...
La poetica immagine descritta dal mio amico mi aveva fatto tornare alla mente il libro di Jon Fante 'La confraternita dell'uva'(Lo scrittore di origini abruzzese emigrato in america).
Ma un istante dopo la realtà del mio vissuto ha preso il sopravvento e non ho potuto fare a meno di dirgli che per la legge del contrappasso se il paesino è nordico e tranquillo lo sono anche i suoi abitanti, nel senso che nessuno di essi si sentirà in dovere di rivolgerti la parola o di rispondere al tuo semplice 'buona sera'.
La poetica immagine descritta dal mio amico mi aveva fatto tornare alla mente il libro di Jon Fante 'La confraternita dell'uva'(Lo scrittore di origini abruzzese emigrato in america).
Ma un istante dopo la realtà del mio vissuto ha preso il sopravvento e non ho potuto fare a meno di dirgli che per la legge del contrappasso se il paesino è nordico e tranquillo lo sono anche i suoi abitanti, nel senso che nessuno di essi si sentirà in dovere di rivolgerti la parola o di rispondere al tuo semplice 'buona sera'.
Il concetto di tranquillità per i napoletani somiglia moltissimo all'idea della vacanza in toscana nell'agriturismo biologico, ma nella realtà del quotidiano, tutto è complicato ovunque.
Molto spesso quello che viene chiamato comunemente tranquillità poi si scopre equivalere solo alla parola SILENZIO. Sono due concetti assolutamente differenti.
Il primo fa pensare all'agriturismo nella campagna senese, sinonimo di serenità, pace.
Il secondo è qualcosa di terrificante, fa venire in mente i poveri vecchietti (cadaveri) che si trovano peridicamente morti da mesi, nei loro appartamenti, in attesa che qualche vicino si degni di bussare per verificare da cosa derivi la puzza.
Il SILENZIO, che molto spesso va a braccetto con la maleducazione di chi non vi risponde.
Il silenzio delle azioni di chi si barrica dentro casa, di chi abbassa lo sguardo per non salutare, di chi guarda altrove per non dover dare una mano all'anziana signora che sta arrivando con una borsa pesante.
PS. Il libro di Jon Fante è bellissimo.